Le toshi densetsu sono le leggende metropolitane giapponesi, riguardanti più che altro creature paranormali e dei loro attacchi. Vediamone alcune!
Passeggero fatale.
Questa leggenda racconta di un taxista che guidando di notte nota un passeggero che chiede di salire. Egli si siede sui sedili posteriori e chiede di essere portato in un luogo di cui il taxista non ha mai sentito parlare. Quando chiede informazioni al passeggero, quest’ultimo gli fornsce indicazioni sempre più complesse fino a portarlo in vicoli e strade sconosciuti di campagna. Dopo aver percorso questa distanza il conducente incomincia a sentirsi a disagio. Si gira verso il sedile posteriore per chiedere al passeggero il luogo esatto in cui si trovano, ma a quel punto si accorge che egli è svanito nel nulla. Il tassista si rigira verso il volante giusto in tempo per rendersi conto che la sua vettura sta precipitando dal bordo di un precipizio.
Gozu
Gozu (traducibile come "testa di bue"), è una leggenda metropolitana giapponese che si ritiene così orribile al punto che le persone che la leggono, la ascoltano o ne sentono parlare vengono sopraffatte da una paura così grande da tremare violentemente per giorni e giorni fino alla morte! Una variante parla di un insegnante che racconta la storia ai suoi alunni in un momento di noia, con la conseguenza di renderli catatonici e far perdere loro la memoria. Altre varianti includono il dettaglio che nessuno è in grado di raccontare la storia dal momento che si muore dopo averla sentita.
Kokkuri-san
Kokkuri è una versione giapponese della tavola ouija, che divenne popolare durante l'era Meiji. Invece di utilizzare la tavoletta già provvista di lettere e planchette, i giocatori scrivono i caratteri hiragana su un foglio ponendo le dita su una moneta, prima di porgere a Kokkuri-san una domanda. Questo è un gioco molto popolare nei licei e ovviamente molte voci e leggende lo circondano. Alcune dicono che Kokkuri-san sia in grado di dire ai giocatori la data della loro morte, mentre altri dicono che si può anche non chiedere nulla, ma è necessario finire il gioco in modo corretto: salutando Kokkuri-san prima di lasciare il tavolo, disfandosi degli oggetti utilizzati per il gioco entro un certo limite di tempo, come ad esempio spendere la moneta o esaurire l’inchiostro della penna utilizzata per scrivere gli hiragana. In caso contrario, i giocatori andranno incontro a disgrazie o perfino alla morte.
Kuchisake-onna
Secondo una leggenda, centinaia di anni fa (alcune versioni dicono nel periodo Heian) viveva una giovane donna, moglie o concubina di un samurai, che sembra fosse molto bella e molto vanitosa e che si dice tradisse il marito. Il samurai, che era estremamente geloso, in un impeto d'ira colpì la donna con la propria katana, aprendole la bocca da orecchio a orecchio e gridando: «Chi dirà che sei bella adesso?!»Ora, secondo la leggenda, coloro che camminano da soli la notte rischiano di imbattersi nella Kuchisake-onna, una donna dalla bocca completamente squarciata da orecchio a orecchio. Ella ha l’abitudine di nascondersi il viso con una mascherina (fatto comune per i giapponesi, che la utilizzano per proteggere gli altri da possibili contagi da raffreddore o influenza), chiedendo a colui che incontra: «Sono bella?». Se la persona risponde no, viene uccisa con delle forbici che Kuchisake porta sempre con sé, se risponde sì, la donna si toglie la mascherina mostrando il viso sfigurato e riproponendo la domanda. In questo caso non c’è scampo, se si risponde no si viene uccisi, se si risponde sì si subisce la sua stessa mutilazione alla bocca. Un modo per sfuggire a Kuchisake sarebbe quello di rispondere “sei così così” mettendola in confusione, o lanciarle della frutta e scappare mentre lei se ne nutre.
Nell'estate del 54º anno del periodo Showa (1979) si diffuse in tutto il Giappone una serie di voci incontrollate su una rediviva kuchisake-onna. Sembra infatti che, in quei giorni, una donna con la faccia coperta da una mascherina si aggirasse nei sobborghi bui delle città. Fermato un passante (in genere bambini delle elementari o studenti universitari) gli domandava «Pensi che io sia bella?».
Queste voci fecero grande presa tra la gente e causarono qualche problema d'ordine sociale perché molti bambini, terrorizzati, non volevano più andare a scuola.
Teke-Teke
Teke-teke è una leggenda riguardante una ragazza che saltò o cadde sopra i binari e fu tagliata a metà dal treno in arrivo. La storia narra di un ragazzo che andando via da scuola, sentì un rumore alle sue spalle. Voltandosi vide una bella ragazza affacciata ad una finestra. La giovane aveva le braccia posate sul davanzale, e lo fissava. Accortasi di essere osservata, la ragazza sorrise e strinse le braccia intorno al corpo. All'improvviso, cadde dalla finestra e atterrò sul suolo. Il ragazzo si rese conto, con orrore, che la ragazza era priva della parte inferiore del corpo. La ragazza iniziò ad avvicinarsi, correndo sui gomiti e producendo un rumore simile ad un teke-teke-teke. Il ragazzo provò a camminare, ma paralizzato dalla paura non si mosse. In pochi secondi, lei fu sopra di lui, estrasse una falce e lo tagliò a metà, rendendolo come lei. Si dice che i malcapitati che vengano uccisi in questo modo diventino teke-teke a loro volta.
Toire no Hanako-san
Come nella maggior parte delle leggende giapponesi, anche la leggenda di Hanako-san ha a che fare con i bagni delle scuole nipponiche. Hanako-san di solito sta chiusa nella terza cabina del bagno del terzo piano, anche se il suo nascondiglio può cambiare da scuola a scuola. Si tratta principalmente di una ragazza-fantasma che passa il suo tempo a terrorizzare chiunque tenti di interagire con lei o che abbia il coraggio di disturbarla. Si può richiamare la sua attenzione bussando per tre volte alla porta, chiamando il suo nome e facendole una domanda. Spesso le viene chiesto: «Sei lì, Hanako-san?». Se Hanako-san è in quel bagno, allora si udirà una debole voce rispondere: «Sì, sono qui». E chiunque si azzardi, spinto da curiosità, ad aprire la porta per vederla, vedrà una ragazzina vestita di rosso che vi saluta, trascinandovi dentro il bagno. Tuttavia sembra essere per lo più innocua se ci si tiene alla larga dalla cabina in cui si è rinchiusa.
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