Se in durante una notte d’estate notate una processione di lanterne lungo la strada, attenti, potreste stare assistendo alla
Hyakki Yagyō o parata dei cento demoni!
Secondo la leggenda molto tempo fa intorno al tempio
Fushimi Inari Taisha a Kyoto esisteva un altro antico tempio, lo
Shozenji, dove nemmeno i monaci osavano restare per l'infestazioni dei fantasmi. Questo perché si narrava che molto tempo fa (periodo antecedente a questa leggenda, quindi parecchio tempo), dei ladri in cerca di oro sterminarono un'intera confraternita di monaci in quel luogo.
Un anno un prete pellegrino diretto al tempio di Kyoto decise di sostare a Shozenji per ripararsi dal freddo e per riposare, ignaro delle dicerie che aleggiavano riguardo a quel posto. Trovò riparo in una delle piccole stanze e dopo aver consumato il suo pasto a baso di riso e recitato le preghiere decise di prendere il sonno. Ma nonostante la stanchezza il freddo gli impedì di dormire e giunta la mezzanotte sentì dei rumori provenire dall'edificio centrale. Andò verso il luogo da dove provenivano i rumori e scorse una strana
parata di spiriti danzanti, cantanti, che lottavano fra loro e ridevano. Il prete, visto il clima gioioso, cercò di avvicinarsi loro per poi fuggire quando si manifestarono demoni e spiriti malevoli e cattivi. Il giorno dopo ripartì in fretta e raccontò cosa aveva visto, tramandando la storia di bocca in bocca.
Ogni anno, lo spirito chiamato Nurarihyon, raduna oltre un centinaio di spiriti malevoli e non, provenienti da tutto il Giappone per sfilare in una parata, durante le notti d’estate. Nurarihyon è uno yokai con le sembianze di anziano uomo con la testa priva di capelli ed enorme rispetto al corpo. E’ facilmente scambiabile per una persona normale ma, non fatevi ingannare da ciò che sembra. E’ difatti il leader della Hyakki Yagyō.
Si dice che, chiunque si trovi ad assistere alla parata o, peggio ancora, ad attraversarla, morirà o sparirà nel nulla. Esistono due modi per evitare ciò: avere con sè una preghiere su pergamena scritte dalle mani di un monaco oppure nel caso in cui, la parata si svolga nei dintorni della propria casa, il rimedio è quello di chiudervi dentro e recitare:
カタシハヤ, エカセニクリニ, タメルサケ, テエヒ, アシエヒ, ワレシコニケリ
KATASHIHAYA, EKASENIKURINI, TAMERUSAKE, TEEHI, ASHIEHI, WARESHIKONIKERI
Il
Gazu Hyakki Yagyo è la raccolta illustrata dei “partecipanti” alla parata notturna dei cento demoni, cioè, proprio i cento demoni. Scritto da Toriyama Sekien e pubblicato nel 1776.
In questa raccolta, vengono presi in esame demoni, spiriti, fantasmi e mostri facenti parte del folklore giapponese con descrizioni, immagini e comportamenti. Questo testo, divenne estremamente importante poichè arrivando ai giorni nostri molti racconti e descrizioni hanno preso proprio spunto da lì.
Vediamoli insieme:
KODAMA
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Illustrazione di Toriyama Sekien |
Il significato di kodama s'è modificato nei secoli: inizialmente era un
kami (divinità della natura) legato agli alberi, capace secondo alcuni di spostarsi da un albero all'altro, ma anche un suono, visto che si pensava che si divertissero ad imitare le voci umane nelle foreste, creando echi; poiché il kodama possiede poteri sovrannaturali, abbattere un albero ritenuto dimora di un kodama è considerato fonte di sventura, pertanto i giapponesi usano marcare i tronchi di quegli alberi con una corda sacra detta
Shimenawa, mentre vedere un kodama è reputato un buon auspicio perché significa che il luogo è vitale e pieno di energia positiva.
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Un kodama così come è stato immaginato da Hayao Miyazaki nel film Princess Mononoke |
Intorno al periodo Edo, i kodama persero il loro rango di dei della foresta e sono stati inclusi tra gli
yokai, spiriti onnipresenti nella tradizione giapponese; il kodama venne umanizzato, tant'è vero che ci sono storie riguardanti kodama che prendono forma umana per sposare la loro amata.
TENGU
I Tengu a volte sono considerati kami e a volte
yōkai. Sono spesso associati ad altre creature fantastiche,
gli oni.Appare sotto diverse forme il Tengu, spesso però come demone simile ad un uccello con un lungo naso di colore rosso. Nelle storie è un personaggio quasi spiritoso, facilmente ingannabile dalla natura dell’uomo. In passato veniva descritto come un essere vanitoso e arrogante. Esistono davvero miriadi di storie riguardo questo spirito.
YAMABIKO
E' uno spirito della montagna. Con "Yamabiko" viene indicato il
fenomeno dell'eco ritardato, si crede che sia la risposta dello spirito. Oppure questa anomalia viene identificata anche come "Kodama", la voce dello spirito degli alberi.
YAMAUBA
Yama-uba ha le sembianze di una mostruosa strega, con lunghi capelli spettinati e un kimono sporco e stracciato, che si nutre di carne umana. In una storia si narra di una madre incinta che, sulla strada per il suo villaggio, si trovò costretta a dare alla luce il figlio in una vecchia capanna sulle montagne, assistita da un'anziana donna del luogo che soltanto dopo scoprirà essere Yama-uba, la quale divorerà il piccolo appena nato. Secondo altre leggende Yama-uba viene descritta come una
futakuchi-onna, ovvero una donna con una bocca sulla nuca nascosta dai capelli, oppure come una donna maledetta che ha come unica debolezza un fiore segreto che contiene la sua anima.
INUGAMI
Gli inugami sono una classe di shikigami (spiriti servitori, come i
famigli per le streghe) dall'aspetto di un cane, generati generalmente con scopi di vendetta o come guardiani. Una volta generati, però, gli inugami sono esseri completamente indipendenti e possono rivoltarsi contro il loro possessore o usare i loro poteri per scopi diversi da quelli previsti. Sono inoltre capaci di possessione demoniaca.
NEKOMATA
Spirito con sembianze di gatto con la coda biforcuta, utilizzata come arma lo trasforma in un essere sopranaturale estremamente pericoloso.
Si racconta che secoli fa, nella casa di un samurai dell'Echigo di punto in bianco cominciarono a verificarsi inspiegabili fenomeni notturni: una strana fiammella vagava a qualche centimetro dal pavimento e fuggiva verso gli alberi dei vicini quando si cercava di prenderla, il filatoio prendeva a girare da solo, oggetti venivano trovati lontano da dove erano stati lasciati...
Un giorno il padrone di casa, che non si era lasciato impressionare da nessuna di quelle stranezze, notò un grosso gatto rossiccio che, comodamente appollaiato sul grande albero in giardino, si guardava intorno con circospezione. Convintosi che esso fosse in qualche modo collegato a quanto accadeva la notte in casa sua, decise di porre fine al tutto prendendo il proprio arco e scagliando una freccia contro l'animale. Il colpo fu preciso e per l'animale, nonostante qualche frenetico tentativo di liberarsi del dardo, non ci furono speranze. Accorso ad esaminare il corpo del gatto, il samurai notò che aveva dimensioni enormi, forse raggiungeva il metro e mezzo di lunghezza, ma soprattutto aveva due code.
Fatto sta che da quel giorno nella casa del samurai non si verificò più nulla di anomalo.
KAPPA
Chiamato anche Kawataro, ha le dimensioni di un bambino con la pelle squamata come un rettile ed è molto simile ad una tartaruga. Infesta spesso le zone acquitrinose.
TANUKI
Il Tanuki è rappresentato come un cane-procione. I tanuki sono parte della mitologia del Giappone sin da tempi antichi; si ritiene che siano maliziosi e scherzosi, maestri del travestimento e mutaforma, ma in qualche modo ingenui e distratti.
L'attuale divertente immagine del tanuki si è probabilmente sviluppata durante l'epoca Kamakura. Il tanuki selvatico ha testicoli insolitamente grandi e con una pancia molto grande.
Durante le epoche Kamakura e Muromachi, alcune storie cominciarono a parlare di tanuki più sinistri: si parla di un tanuki che picchia a morte una vecchia e la serve a tavola al marito inconsapevole come "zuppa di vecchia". Altre storie parlano di tanuki come indifesi e produttivi membri della società. Diversi templi hanno storie di sacerdoti che erano in realtà tanuki travestiti. Secondo alcune tradizioni i tanuki sono incarnazioni degli oggetti usati per più di cento anni.
JOROGUMO
Jorogumo dalle sembianze di un ragno, spesso camuffato da giovane donna. La leggenda nacque nel Periodo Edo, secondo cui una donna bellissima cominciò a suonare una biwa (strumento a corde, simile ad un liuto, giapponese) e irretì l’uomo davanti a ella. Egli infatti, rimase incantato dalla piacevolezza del suono prodotto e non si accorse che nel frattempo, la donna, lo stava immobilizzando con la propria tela, così da usarlo come prossimo pasto.